Sito denuclearizzato

16.6.07

Sconvolgente reportage con domanda esistenziale





Chi fotografa gli UFO?




U' fotografo.


9.6.07

Football sucàno

Da qualche tempo passo tutti i miei pomeriggi dedicandoli, incredibile ma vero, allo sport. Io che nella mia vita non avevo mai usato le parole "ho corso" se non seguite dall'espressione "un rischio" sono arrivato a correre per un'ora al giorno tre volte a settimana (percorrendo circa 9 kilometri in un'ora), alternando la corsa con due ore di bici nei giorni pari, allenandomi con Andrea, un mio amico convinto tra le altre cose che se un moscerino ti entra nell'occhio mentre vai in moto il moscerino medesimo, qualora non prontamente rimosso, possa arrivare alla parte posteriore dell'occhio, costringendo così il malcapitato ospite ad una operazione chirurgica per la rimozione di cotanto essere.

A parte queste teorie sballate, trattasi di bravo ragazzo :)

Non paghi di questo allenamento di pura fatica, abbiamo da poco cominciato ad esplorare una gamma di sport cui mancano giusto l'arrampicata
libera e la pelota basca.


Un aspetto interessante del correre, diciamo un sottoprodotto piacevole sta nel fatto che spendiamo questi pomeriggi di corsa nella zona di Mondello, segnatamente nel viale attiguo alla spiaggia, o verso il faro di Capo Gallo, o verso l'Addaura, o verso le falde di Monte Pellegrino che, lo dico per i non palermitani, sono zone di sospensione dal caos cittadino, piccole oasi di aria pura e ritmi non frenetici. Soprattutto il viale attiguo alla spiaggia, meta di pascolo della fauna palermitana peggiore nel fine settimana, durante i pomeriggi dei giorni feriali si riempie invece di persone che fanno sport, di gruppi familiari in bici, di mamme con passeggino e bimbo... insomma, in tempi post elettorali quasi una boccata d'ossigeno, diciamo una chance che la parte migliore di questa città mi offre... per riuscire a farmi tollerare la parte irrecuperabile che, ahimè, è gravemente preponderante.

Un paio di pomeriggi fa, prima andare a giocare a basket nel cortile di una scuola della zona che è dotata di campo con canestri, per quanto trattasi di campo obliquo (avete letto bene, il campo è in pendenza dal lato corto) ho portato Camilla fuori per la sua concimazione del mondo serale, e con Andrea abbiamo approfittato di questa passeggiata per scaldare il braccio lanciandoci la palla da football.

Mentre Camilla andava in giro a perlustrare il territorio, e mentre io e Andrea eravamo intenti a governare il volo di quella specie di uovo di cuoio, suscitando peraltro la comprensibilissima ilarità di un paio di donzelle sedute alla fermata dell'autobus, ecco che l'autobus medesimo arrivava nella piazza in cui fa capolinea, privandoci delle traiettorie migliori.


Era il famigerato 806 estivo, un autobus che ha come caratterstica (come da foto qui sopra) quello di avere la parte posteriore aperta, per permettere ai passeggeri di godere di un po' di brezza durante l'estate, e di poter anche apprezzare il panorama che si offre a chi arriva a Mondello.

Il "famigerato" è giustificato dal fatto che, di regola, l'utenza che lo affolla è abbastanza pittoresca, composta in massima parte da quella fauna di cui sopra, che un bravo cronista quale io non sono definirebbe "vitale", orrendo eufemismo che edulcora il ben più realistico "incivile".

Ad ogni modo, anche questo bus della linea 806 era pronto per la transumanza quotidiana, nella tratta verso la città. Così un manipolo di simpatici giovani dimostrò il suo interesse verso quei due giovani virgulti (Andrea giovane davvero, il sottoscritto giovane nell'animo), seguendo con lo sguardo i passaggi che ci scambiavamo. Un portavoce del suddetto manipolo ha poi stabilito un contatto con il sottoscritto, che riporto di seguito.

"Oh cucì(1), passa u palluni".

"Ehm... no"

"Ma ti piace 'stu... comu si chiama?"

"Football"

"E ti piaci?"

"E' divertente"

"Futbol... ma è americano? O è sucàno? Ahahahahahaha"


A quel punto, nel mezzo del fragore delle risate che si propagavano al suo interno, l'autobus è partito in un tripudio di urla e sputazzate gentilmente elargite al suolo palermitano dalla simpatica gioventù della mia città.

E mi risuona in mente quel vecchio detto... "Dio li fa e poi... li dimentica".

Quasi quasi avrei voglia di credere, avrei qualcuno con cui prendermela.





(1) cugino, epiteto tipico rivolto agli sconosciuti coetanei; verso un adulto diventa di solito "zio" o "mister".