Sito denuclearizzato

30.12.06

Buon Anno!!!






Si chiude il 2006, cosa che nelle persone sagge fa scattare ogni anno irrefrenabile la voglia, o la necessità, di fare bilanci sull'anno appena trascorso.
Io non ho una sequenza di eventi da analizzare, mi limito a cogliere le sensazioni di questi ultimi giorni, peraltro totalmente inaffidabili dal momento che sono state mediate da due fattori destabilizzanti: primo, un raffreddore feroce che mi ha costretto a letto per tutto il giorno 24 e sul divano per i giorno succe
ssivi; secondo, al buio totale del 24 (ho dormito 21 ore su 24 disponibili) si è sostituita la luce fioca e truffaldina della TV dal giorno 25. In definitiva, le sensazioni di questi giorni sono state veicolate da un tramite infingardo come la TV e comunque sono state recepite da un organismo, il mio, che se di solito non brilla per aitante prestanza, in questi giorni ha vissuto i suoi minimi storici.
Ma la vita è come il maiale, non si butta via niente. Nel giorno 25, ad esemio, spaziando tra la programmazione televisiva italiana, comprendendovi anche i canali di Sky, ho avuto modo di sapere qualcosa in più su di
me.
Il respiro affannato, regalo del raffreddore, ha acuito la mia normale predisposizione all'intolleranza verso ciò che considero stupido. Sappiate che pur auto-insignitomi del titolo di "persona tollerante e democratica", in realtà c'è una debolezza umana nei confronti della quale sono davvero razzista: la stupidità.
So che il mio è un punto di vista errato, dal momento che proprio la stupidità è una di quelle caratteristiche che non si possono scegliere, come l'altezza o il colore degli occhi, ma ciònonostante... non riesco a farne
a meno: sono intollerante verso gli stupidi, come se si fossero macchiati volutamente di una colpa grave.
Non mi addentro sul concetto personale che ho di stupidità, non basterebbero dieci post e comunque non ne ho le forze.
Girando con indolenza per i vari canali, ho potuto vedere la programmazione della TV e, alla fine, in tutta la giornata ho visto un film
a metà e due per intero: "Melinda e Melinda", di Woody Allen, fino a 20 minuti dalla fine... e poi, per intero, "Polar Express" e "Tre bassotti per un danese".
Per chi non li avesse visti, "Melinda e Melinda" racconta la storia di... Melinda, appunto, vista però in due possibili sviluppi diversi, con caratterizzazione diversa dei personaggi che le stanno attorno. "Polar Express" è un cartone animato con tecnica digitale, racconta la storia di un bambino, scettico su
ll'esistenza di Babbo Natale, che nella notte della vigilia vede materializzarsi davanti casa un treno, il Polar Express appunto, che viaggia con altri bambini diretto verso il Polo Nord, casa di Babbo Natale. Non mi addentro nella trama.
"Tre bassotti per un danese" è un vecchio film della Disney, parla delle peripezie di una famiglia americana alle prese con la convivenza turbolenta, nella loro casa, tra quattro bassotti e un alano di dimensioni notevoli.
Ho scelto questi film scartando la stupidità dei vari film d'azione, o di quelli che parlano di scalate azionarie a società importanti, c
onquista del potere, dominio del mondo e delle galassie.
Quello che ne ho ricavato alla fine è questo: passa il tempo, ma continuo ad essere affascinato dal lato collaborativo della vita, mai da quello competitivo. Mi emoziono più a pensare che Babbo Natale possa esistere (per quanto a me, ateo praticante, del Natale non interessi granché) piuttosto che a immedesimarmi in un trentenne che con arguzia e capacità diventa ricco e potente.
Ripenso alle mie scelte passate, ricordo qu
ando di fronte all'alternativa "ufficio in consorzio di centri privati di fisioterapia" o "pulizia delle aule scolastiche" scelsi la seconda possibilità, perché se sei in un ufficio che gestisce un consorzio (e mi consta personalmente) potrai sempre trovarti di fronte chi ti chiede di mettere un timbro dove non dovrebbe esserci, magari accompagnando la rischiesta con una strizzata d'occhio... qualcuno ti chiederà di scrivere una cifra anziché un'altra in un consuntivo... invece la sporcizia di un'aula scolastica è onesta. Una carta di merendina è quello che è, non mente, non ti chiede voli pindarici interpretativi.
Per questo e per altro, constato che il tempo passa e che io, per fortuna, sono comunque più simile a come ero a 14 anni piuttosto che al tipico trentatreenne che bazzica il mondo.
Così, fidandomi di ciò che sono, non mi rimane che augurarvi un buon capodanno e, soprattutto, un


28.12.06

Italians Do It Better

Nacqui italiano nel marzo 1973, concepito dagli italici Francesco e Maria nel giugno del 1972. Nacqui italiano sebbene qualcuno potrebbe obiettare, dandomi del nord africano, essendo Palermo e la Sicilia terra di confine. Tanté, innegabilmente carta di identità e passaporto riportano la dicitura "Nazionalità: Italiana". Senza ammettere repliche.
E questo è un fatto.
Crescendo i miei occhi e la mia mente hanno fatto da bersaglio a dosi massicce di radiazioni emesse dal tubo catodico di un televisore Telefunken prima, e di un Saba poi (entrambi tedeschi), che mi proiettarono in una infanzia infarcita di cartoni animati come Lupin III, Goldrake, Jeeg, Hurricane Polimar, Getta Robot, Holly & Benji, Capitan Harlock, Daitarn III (tutti giapponesi), telefilm come Chips, Hazard, A Team, Automan, Supercar, La banda dei sette (tutti americani).
Leggevo libri di tutte le provenienze, ricordo con particolare emozione le Avventure di Tom Sawyer di Mark Twain e i racconti dell'orrore di Edgar Allan Poe (americani).
Passando gli anni mi appassionai di musica, grazie allo stereo Sony (giapponese) venni a conoscenza di gruppi come i Duran Duran, i Talk Talk, i Genesis (inglesi), che fecero da anteprima alla stagione musicalmente più importante della mia vita, quella dell'hard rock - heavy metal.
Mi si dischiuse un mondo di energia e protesta, cominciai a spendere paghette e regali acquistando dischi, in vecchio e romantico vinile, di gruppi come Iron Maiden e Motörhead (inglesi), AC/DC (australo-scozzesi), e ancora Mötley Crüe,
Slayer, Metallica, Van Halen, Overkill, Kiss (statunitensi), Angra e Sepultura (brasiliani)... e tanti altri ancora.
Mi fu regalato, a 14 anni, un ciclomotore Aprilia Tuareg 50 (italiano), osceno ma utilissimo, col quale cominciai a girare il mondo allora disponibile, cioè la mia città e i suoi dintorni. In quegli anni si è formato il nucleo della mia visione del mondo. Suggerimento agli adolescenti: l'alcool è un potente antiemetico sociale, ma non lo consiglio... cercate altro, tipo... una fuga vera.
Cominciai a suonare un basso Epiphone by Gibson (U.S.A.), comprai anche una chitarra della stessa (sotto)marca, poi un basso e una chitarra acustica Ibanez (giapponese), di recente una Epiphone Les Paul (U.S.A., made in Korea).
Ho sviluppato, forse anche grazie a questo tipo di musica, una visione della vita e della società che, in quegli anni avrei riassunto così: ateo materialista storico, comunista (dottrina vecchia quanto il mondo, codificata idealmente da Platone (greco) e filosoficamen-economicamente da Marx e Engels (tedeschi)), tendenzialmente apolide. Non credevo e non credo tuttora nel concetto di nazione, alcuna; lo capisco solo come forma di pavida difesa di un piccolo cortile.
Non ho mai creduto nell'italico concetto di famiglia, credo nella monogamia come atto volontario e non come espressione di un "possesso" personale, non ho nessuna simpatia per il successo economico personale (accumulo della "roba"), odio le posizioni politiche di centro, soprattutto quelle deferenti verso quella aberrazione umana che è il Vaticano (DC-CCD-CDU-UDC docet).
Oggi posseggo una automobile Citroen (francese), una moto Yamaha (giapponese), un cellulare Motorola (U.S.A) dopo anni di telefoni Nokia (finlandesi).
Adoro leggere Alessandro Baricco (italiano), ho amato i libri di Pennac (francese), Stephen King (statunitense), Herman Hesse (tedesco)...
Di recente ho scoperto che mi piace fotografare (procedimento inventato da Luois Jacques Mandé Daguerre, francese), grazie alla mie macchine fotografiche Fujifilm (giapponese), foto che stampo con una stampante Epson (giapponese).
Altra cosa che mi piace fare, scrivere questo blog su internet (derivazione della statunitense Arpanet) su Blogger, di proprietà della statunitense Google.
...
Ora, a voi che avete avuto la pazienza di leggere fino a qui chiedo: perché dovrei amare l'Italia? Cioè, perché l'Italia piuttosto che il Giappone? Perché ci sono nato? Fossi nato in Algeria e avessi avuto lo stesso percorso "formativo", dovrei amare l'Algeria?
Ok, qualcuno dirà: "Beh, in Italia c'è democrazia e benessere, in questo paese hai avuto modo di venire a contatto con tutte le cose che ti piacciono".
Bene.
Vero.
Quindi dovrei amare l'Italia perché, in definitiva, non è una dittatura. Come una ipotetica donna di inizio secolo, trovatasi sposata con un uomo insulso senza poter scegliere, avrebbe dovuto amarlo per il semplice fatto che lui non la picchiava o non la segregava in casa.
Non so voi, ma io l'amore non lo so scegliere. Ammetto che ci siano cose adorabili nel mondo. Ho conosciuto cose o persone italiane adorabili, ma di cose o persone adorabili in quanto italiane, a tutt'oggi, nemmeno l'ombra.


28/12/2006

21.12.06

Mario Riccio, un eroe civile

Sono sempre restio a scrivere di cronaca, perché sicuramente sui giornali, in tv e sul web ci sono cronisti capaci, in grado di riportare i fatti per quelli che sono. Più difficile trovare, di questi tempi, qualcuno che prenda posizione su questioni scottanti.
Il giornalist
a, ormai, scrive su quello che è a tutti gli effetti un prodotto commerciale e non è facile scrivere qualcosa che possa creare un danno economico all'editore.
Così si assiste sempre più spesso a pezzi giornalistici improntati a quella orribile virtù, più ovina che umana, che si chiama "cautela".
Altro motivo che mi fa astenere dal parlare della cronaca è che questo blog, cosa certa, è letto da non più di 3, 4 persone al giorno, a volte neanche quelle. Tutte persone, con forse una eccezione, con le quali c'è quotidianamente modo di parlare con altri mezzi più diretti. Quindi di solito mi attira di più il postare una foto, magari scriteriata se è il caso, o una poesia senza logica piuttosto che addentrarmi negli oscuri meandri del mondo nella sua immensa complessità.
Ma in questi giorni l'Italia si è trovata a vivere la storia di un uomo, delle sue scelte... una di quelle storie che davvero, più di mille leggi, può segnare una svolta nella vita di una nazione.
Piergiorgio Welby, 61 anni, ritratto a sinistra in una bellissima foto nella sua giovinezza, da 40 malato di distrofia muscolare, era arrivato ad una fase della vita in cui la terribile malattia degenerativa gli rendeva l'esistenza insopportabile, tanto da spingerlo a chiedere manifestamente, anche con lettere alle istituzioni, che gli venisse concesso il diritto all'eutanasia, che se i miei ricordi da liceale non mi ingannano significa "buona morte". Questa in estrema sintesi la richiesta di Welby: che nell'impossibilità di poter vivere bene, gli fosse almeno concesso di morire bene. Dalle foto che inserisco in questo post, è già tangibilmente visibile come le malattie croniche degenerative come la scelrosi multipla, o la distrofia muscolare, minino organismi sani fin dalle fondamenta, portando progressivamente a perdere la facoltà di governare i propri movimenti, a perdere il controllo del proprio corpo. Bene, ho sempre pensato che il corpo sia un mero tramite che permette di comunicare con il resto del mondo, una semplice appendice materiale di ben poca importanza, ma... in realtà, credo che la visione del mondo che un essere umano ha modo di sviluppare sia frutto delle esperienze, del proprio esistere a questo mondo, e quindi anche frutto del toccare, annusare, percorrere, vedere, sentire. Tutto quello che facciamo è alla base della nostra assertività. Sono sicuro che un essere umano chiuso dalla nascita in una stanza, senza che gli sia dato modo di sapere che fuori c'è un mondo fatto di animali, persone, odori, sensazioni, trame da scoprire, fili logici da seguire... questo essere umano-nonumano non avrebbe voglia di alcunché, perché nulla conoscerebbe.
Per una persona costretta a decenni di immobilismo totale, come nei casi di tetraplegia grave, credo che la vita si riduca a una conservazione delle esperienze pregresse, con pochissime possibilità di aggiungerne altre, se non dipendendo dagli umori, dalle voglie, dai tempi e dalle disponibilità altrui. Niente più cazzeggio a tempo perso, niente più attardarsi a guardare il mare finchè ti va, niente più automaledirsi perché sei rima
sto al sole un'ora in più quando avresti dovuto riguardarti. Niente più autonomia. E probabilmente niente più voglia, perché nessuno è così forte da poter pensare a lungo "vorrei camminare" per poi doversi dire "ma tanto non puoi". Alla lunga, per i più fortunati, immagino si arrivi a una accettazione del proprio destino, accettazione che porta con sè appunto la demolizione di ogni assertività. Non fosse altro che per questo, penso sarebbe stato giusto dare subito seguito alla richiesta di Piergiorgio Welby di mettere fine alla sua vita, come deferente rispetto a quello scampolo di assertività rimasto ad un uomo messo in ginocchio dalla sua malattia.
Su questo tema si è scatenato un dibattito, neanche feroce, perfetto per un paese in narcolessi senza speranza come il nostro. Eppure, eppure... giungevano notizie di fiaccolate di solidarietà, di movimenti civili (oltre alla Associazione Luca Coscioni, di cui lo stesso Welby credo fosse vicepresidente) che hanno speso del tempo per strada, ad informare la gente, a perorare la causa di un uomo che chiede di non sopravvivere alla propria dimensione umana, un'anima libera che ha chiesto di essere liberato dalla insopportabile prigione che sentiva essere diventato il proprio corpo.
Ma dalla morte di Giovanni Paolo II, si nota in Italia un ipocrita rigurgito falso cristiano, cavalcato da partiti che si rifanno alla morale cattolica, pur avendo alla guida chi un divorziato, chi uno che a quasi 50 anni convive con la compagna senza sposarla, comunque tutti protagonisti della approvazione di leggi in difesa di falsificatori di bilanci, corr
uttori di giudici e quant'altro.
Anche in questo senso, in questi giorni si assiste ad appelli alla vita intesa non come concetto, ma come mera parola priva di significato: come se un cuore che batte nel corpo di uomo disperato e distrutto dal dolore e dalla mancanza di speranza, equivalesse a "vita".
Ieri notte Piergiorgio Welby è morto, non di morte naturale. Il dott. Mario Riccio, anestesista dell'ospedale maggiore di Cremona e medico della Consulta di Bioetica di Milano, dando seguito alla lucida richiesta di Welby ha staccato la spina del respiratore che lo teneva artificialmente in vita, dopo averlo sedato, come da lui stesso dichiarato in una conferenza stampa indetta dal Partito Radicale Italiano. Sarebbe bastato, a mio avviso, staccare la spina per riattaccarla dieci minuti dopo, parlando poi di morte naturale. Credo che nessuna autorità giudiziaria avrebbe disposto l'autopsia sul corpo di un uomo debilitato da così tanti anni di malattia.
Invece no. Sfidando gli ottusi insensibili come Luca Volontè, esponente dell'UDC, che già in queste ore chiede il suo arresto per omicidio volontario, questo eroe civile è andato in conferenza stampa, parlando del suo gesto non come qualcosa di cui essere fiero, ma neanche qualcosa di cui vergognarsi. Semplicemente un atto caritatevole compiuto per assecondare il desiderio, per quanto estremo, di un essere umano.
Anche ad un ateo come me viene difficile immaginare un Dio padre così crudele da volere che i suoi figli soffrano in Terra sull'altare di un destino da sopportare con dolorosa rassegnazione, mi chiedo come ci riescano i credenti.


21/12/2006


p.s. nel post 4 foto di Piergiorgio Welby (provenienza internet)
e una foto del Prof. Mario Riccio durante la conferenza stampa (scattata da me alla tv).

Che s'ha da fa' pe' campa'


Il sottoscritto nelle vesti di Babbeo Natale
per la festa dei bambini a scuola

21/12/2006

19.12.06

Degenerazione Ics

7.12.06

Non mi viene il titolo

Ma la foto mi piace...



7/12/2006

2.12.06

30.11.06

In diretta dal salone della tecnologia

Bene, bene, sono passati due mesi, ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Smembrata in parti come una metallica Frankenstein, sgrassata - tornita - limata - abrasa - martellata... alla fine Clarabella riprese forma.
Cioè, l'esterno è sempre lo stesso, le condizioni attu
ali della carrozzeria la rendono pienamente meritevole dell'appellativo di "catorcio" (cosa che peraltro stabilisce una relazione empatica col sottoscritto... quando si dice "le affinità elettive")...
Ma adesso, pare che i freni funzionino, l'ho provata e
sembra affidabile. Per soli 350,00 euro di riparazione, ho di nuovo sotto le mie terga un mostro di potenza e tecnologia, una belva assetata di asfalto, una confortevolissima regina della strada.
Segue reportage fotografico.




Design aerodinamico



Cruscotto futurista



C'e' l'air bag? Air che?



Display al quarzo... ehm, quasi



Un salotto su ruote



Per chi non la conoscesse, Camilla...
alle prese con tentativo di non guardare il sobrio cerchione dipinto a mano



29/11/2006

26.11.06

Foto Black & Decker







Scattate sabato 25 novembre tra Alcamo ed Erice, provincia di... Trapani.
Gli scatti totali sarebbe 455, facendo una cernita feroce mirata ad eliminare doppioni e foto troppo smaccatamente didascaliche, sono arrivato a 12 da postare. Forse non le più belle, ammesso di essere entrato in possesso del canone della bellezza stanotte (e credo non sia accaduto).




Pupi al castello di Alcamo



Trapani e le Egadi dal monte Erice



Il mio prossimo desktop



Dov'è la mia Regina?



Eccomi



Mare antico



Romantica



Lisa S. in controluce




Ciotolo su ciotolo



Passaggio



Solo e ramingo me ne vo



Vorrei vivere qui



25.11.2006

25.11.06

Ornitologia a go go

Baciamo le... pinne




Sopra boschi di braccia tese



24.11.2006

24.11.06

Sgrunt



Ho la gola in fiamme...
L'adsl non funziona di nuovo...
La macchina è dal meccanico da due mesi...
La moto non parte...
L'autobus si ferma al Charleston per lavori in corso...
La bici ha le ruote sgonfie...
Le scarpe...
...slacciate...

23.11.06

Poesiola-bis-revisionata









Titolo:

Ri-elogio della bambinaia lievemente ritardata, accaldata,
che indossa una tuta, mentre prende il sole sul tetto di un palazzo, elogio fatto da una bambina anche essa leggermente ritardata


Tu, tata tutata
Te tai tul tetto
Tenti tanto taldo
Tei tutta tutata
T'hai tutta la tuta tutata
Te tenti tanto taldo
Togliti la tuta
Te ti tenti tutata
Butta la tuta
Tu, tata tutata.



n.b.: l'autore ci tiene a sottolineare che:
a) è disponibile la traduzione per chi ne facesse richiesta
b) ripetersi è sempre difficile, quasi mai le opere seconde vengono bene come le prime, ma bisogna provare o ci si fossilizza
c) questo blog e questo post in particolare non contengono alcun intento dileggiatorio nei confronti di tate o bambine ritardate... l'unico dileggio, attivo e costante, l'autore lo riserva a se stesso :D

Chi non risica... rosica

Ce l'hai con me?



Vivendo in una cartolina



23.11.2006

21.11.06

Alba a Mondello



Risveglio



Sorgo



Alba sul mare



Alba a Mondello



Gabbiani spettatori



21.11.2006

20.11.06

Trasparenze

Stamattina, nel tragitto verso il lavoro, in bici, ho notato il muro esterno di una villa. Non se da altre parti ci sia questa usanza, a Palermo spesso si incastonano cocci di bottiglie nel cemento al posto delle punte di ferro, come dissuasori per i visitatori non desiderati. Mi sono sempre chiesto se in questi casi si dovesse provvedere a fare una raccolta di bottiglie o se si sfruttasse la naturale tendenza etilica degli operai stessi preposti alla costruzione del muro.
Infatti, chi è di Palermo può saperlo, è facile notare su questi muri varie evoluzioni storiche del design di birre a basso costo tipo Forst, Peroni, o la mitica Birra Messina.
Da qui, la mia convinzione che si attui, di solito, un procedimento di creazione lineare: bevi, rompi, incastona.
Ma nella composizione del muro della che ho notato stamattina, c'è un tocco d'arte. Non pote
vo quindi esimermi dal fare foto.
Non sapendo scegliere quale foto postare, ne ho inserite sei. Davvero non ho idea se siano belle e se, in questo caso, una sia più bella delle altre.




















20/11/2006

18.11.06

Pensiero neo-borghese








Questi sinistrorsi non mi avranno mai...

Resisterò ad ogni costo...

Piuttosto che ridurmi a pagare le tasse...

piuttosto che rinunciare ad usare il SUV in centro
solo perché qualche bambino asmatico respira male...

piuttosto che rinunciare alla villa "vista scoglio" a Scopello...

piuttosto che pagare i contributi previdenziali a quei pezzenti dei miei dipendenti...

piuttosto che comprare i DVD originali anche se posso permettermeli...

piuttosto che mandare mio figlio al liceo pubblico
...

piuttosto che rinunciare alla cocaina e al diritto di tuonare contro la droga...

piuttosto che rinunciare a vedere Emilio Fede e il suo stupendo TG4...

piuttosto che ammettere i guasti del ventennio...

piuttosto che comprendere che con le tasse ci si pagano i servizi per la gente...

piuttosto che rinunciare a 50 euro di messa in piega per fare beneficienza...

piuttosto che rinunciare a vedere Paperissima per leggere un libro...

piuttosto che smettere di sperare in condono fiscale, tributario, tombale, surreale...

piuttosto che vivere in un paese con i sindacati così influenti...

piuttosto che rischiare di vivere in un paese con diritti uguali per tutti...

piuttosto...

cesso di esistere!


Cesso di esistere - 18.11.2006

17.11.06

Gita al faro in bicicletta




L'isola che c'è - 17.11.2006





















Un faro nel nulla - 17.11.2006 e Un faro nel nulla (b&n) - 17.11.2006

Faro scontroso - 17.11.2006


Equilibrio - 17.11.2006


Gita al faro in bicicletta - 17.11.2006


17/11/2006