Sito denuclearizzato

29.4.07

Masakazu Katsura

Masakazu Katsura. Detto così, sembra quasi una parolaccia e invece è un nome per me legato indissolubilmente a cose belle. Katsura, per i pochi che non lo sapessero, è un mangaka, un disegnatore di manga. Usare questo piccolo blog in maniera celebrativa per un artista mi sembra cosa un po' ridicola, però ho appena finito di leggere "I's", con circa 8 anni di ritardo sulla sua pubblicazione e non mi andava di lasciare perdere nell'oblio le sensazioni che mi ha suscitato.

Katsura è l'autore, tra le altre varie cose, del manga "Video Girl Ai", cui diede un piccolo seguito chiamato "Video Girl Len"... ricordo che ai tempi, parliamo del 1993 circa, compravo i fumetti alla loro uscita mensile... Dragon Ball, Rough, Ranma 1/2... li leggevo e restavo in trepidante attesa fino all'uscita del mese
successivo, e sebbene questa cosa fosse motivo di (banale e leggera) frustrazione, ammetto che l'attesa aumentava il piacere.

No
n così per "Video Girl Ai". Dopo aver letto i primi due numeri, decisi che avrei acquistato gli altri man mano che fossero usciti, ma che non li avrei letti se non quando avrei avuto l'ultimo numero tra le mie mani, in modo da non dovermi arrovellare per un mese su cosa sarebbe potuto accadere.

Detto così penso suoni molto infantile, e probabilmente l'infantilismo sarebbe una buona chiave per spiegare tante cose nella mia vita, ma devo dire che se l'alternativa "adulta" è quella di diventare cinici al modo in cui descriveva la cosa quel genio immenso di Oscar Wilde, allora mi auguro di restare infantile per sempre
... e sono sulla buona strada pare.

Per inciso, Wilde disse: "Il cinico è colui che conosce il prezzo di tutte le cose e il valore di nessuna". E non parlo di prezzo economico... parlo di tutto quel ragionare sulle conve
nienze anche in termini di costo di energie - profitto che è tipico del mondo adulto... nelle relazioni personali ad esempio, vedo adulti col bilancino valutare se valga la pena spendersi o meno in una relazione, ponderando quale possa essere il vantaggio. Non sono così. Non lo sarò mai. Bene, a 34 anni infine qualche certezza. Risata. Di circostanza.

Ricordo l'emozione di quando Luciano, il proprietario del Club del Fumetto, mi disse che era arrivato l'ultimo numero di "Video Girl Ai", ricordo la calma apparente co
n cui tornai a casa mia dopo aver lasciato a casa sua la mia ragazza di allora. Era un venerdì, erano le 20 circa... l'indomani, sabato, non avrei potuto leggere il fumetto perché all'epoca il sabato lo passavo al negozio di mio padre, aiutandolo nel lavoro. Decisi così di contravvenire ai miei precedenti intendimenti, e cominciai a leggere di nuovo dal numero 1... ma solo per rinfrescare la memoria. Nei miei progetti era solo un modo per stuzzicarmi, sapendo che avrei "sofferto" di quel sabato lavorativo, per poi godere appieno della lettura la domenica... nella quale mi sarei sottratto a qualsiasi impegno con chicchessia.

Comincia a leggere ripromettendomi di fermarmi al numero 2 e... quando ebbi finito l'ultimo numero, il 17, erano le 5:30 di mattina... dopo mezz'ora sarei dovuto uscire per andare a lavorare. Nessuna pausa, forse una pipì ma non ci giurerei. Tutto d'un fiato avevo letto una storia di una bellezza indescrivibile, i dubbi di Yota, la dolcezza di Moemi, la vitalità irresistibile di Ai, il ruolo di Nobuko... pura poesia trasposta in fumetto... una storia forse infantile (ci risiamo), ma così forte da farmi uscire le lacrime dagli occhi almeno 3 volte... fino al finale davvero struggente.

Una cosa mi rimarrà per sempre impressa. Quando alla fine guardai l'orario, pur stordito dalla bellezza della storia, andai in bagno a lavarmi i denti, per cominciare quel micro rituale che mi avrebbe portato fuori di casa a lavorare. Peraltro il poco tempo a disposizione mi avrebbe anche imposto di fare le cose alla svelta. Così andai in bagno, presi lo spazzolino, misi sopra il dentifricio, lo bagnai e lo portai verso la bocca, alzando lo sguardo verso lo specchio e incrociando il mio sguardo.

Ero un umano. Vedevo un essere umano e non me lo sarei mai aspettato. Dopo quasi dieci ore di immersione in un manga, in una storia così bella da fare svanire i contorni delle vignette, la carta, la sensazione di leggere sostituita dalla sensazione di vivere la storia... questo ritorno alla "realtà" fu davvero repentino. Trovai comunqe il modo di andare a lavorare, ma lì capii una cosa che mi sono portato dentro e che si era sopita, fino alla lettura di I's di questi giorni... cioè che c'è una bellezza ideale che questo mondo concreto non potrà mai nemmeno sfiorare, ma che un genio è riuscito a racchiudere in un fumetto. Qualcuno potrà pensare che la bellezza ideale e irrealizzabile non è una scoperta in sé sconvolgente.

Ma qua il punto è diverso, perché parlo di una bellezza ideale che trova forma concreta (questo manga) in qualcosa di inconcreto (il mondo descritto nel manga). E una bellezza ideale che diventa irrealmente reale è qualcosa che ti colpisce come un pugno nello stomaco. Al di là del fatto che fosse in un manga, in un'opera, in una poesia, in una canzone... ero di fronte a un fatto compiuto: questo mondo manca di bellezza... può essere bello per qualcuno, stupendo per
qualcun altro, ma per me manca di bellezza... viviamo in case tendenzialmente orrende, percorriamo strade orrende, spendiamo la nostra esistenza in aule scolastiche, aule universitarie, uffici, posti di lavoro orrendi, veniamo a contatto con persone che hanno una miseria d'animo davvero orrenda... e per questo forse custodiamo gelosamente quei pochi tesori che il destino ci dona.

Io ho sempre trovato deprecabili gli attegiamenti conservativi, forse per questo ho sempre trovato il modo di distruggere sul nascere le cose "carine", perché sentivo dentro di me (prima e indipendentemente da quel manga ovviamente) che se non c'è posto per il bello... beh, che ci sia il nulla. Ovviamente riempire il tutto con il nulla comporta uno sforzo notevole... e apre la porta a quello che, col senno di poi, potremmo chiamare malinconia per qualcosa che non si è mai avuto, nostalgia di posti, volti e c
olori mai conosciuti... rimpianto...

Rimpianto... non riesco a dare altro nome al mio perenne sfasamento rispetto ai tempi della vita. Ho letto mille storie, che ora sono parte di me... ho scritto mille storie e non sono parte di nessuna di esse.

Poi ho letto "I's", mi sono immerso nella storia di Seto, Iori, Itsuki, Izumi, Aiko, e il rimpianto è svanito, perché non si può rimpiangere di non aver incontrato una bellezza che
nel Pianeta Terra non c'è.



1 commento:

Tremolio Psichico ha detto...

bel post macs..il fumetto non l'ho letto ma se riesco a trovarlo lo farò..mi hai incuriosito, e se è davvero cosi intriso di bellezza come lo hai descritto ne vale veramente la pena..
ciau macs