Profondo rosso
Ieri mattina prendo posto sull'806, mentalmente settato per un lunedì di lavoro. Area non più calda come nei giorni precedenti, ma mitigatamente gradevole. Tra l'altro, prima mattina di lavoro con ora solare, non fosse altro che per questo è stato divertente fare conoscenza col nuovo mondo che mi mostrava, svelato dalle nuove traiettorie dei raggi del sole.
Riesumo dalla mia personale sacca di Doraemon (la mia verde borsa militare) Barnum di Baricco, il lettore mp3, farcito per adesso con ripieno monoautore alla Ludovico Einaudi, e mi immergo in questo micromondo prelavorativo.
Leggere Baricco ed ascoltare Einaudi è come mettersi volontariamente sotto scacco, con attacco combinato torre-regina, soprattutto per uno come me che, lungi dall'essere un intellettuale, giusto un paio d'anni fa avrebbe avuto come massima prospettiva una accoppiata Metallica - Stephen King.
Cosa difficile è, in questi casi, riuscire a settare il volume del lettore in maniera tale da metterlo in equilibrio con la lettura del libro, né prevalente né sottomesso, in modo da potersi davvero fare cullare da due forze contrapposte, ma alleate.
Assorto nella lettura... sbraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaammmmm... parte l'autobus. Non avevo mai valutato l'impatto di un rumore così repentino e invasivo. In pratica ho dovuto triplicare l'attenzione, cercando di escludere dalle informazioni che arrivavano al mio encefalo quelle legate al rumore ambientale e allo sballottolamento del mio corpo causa traiettorie ardite dell'autista.
La cosa impressionante è che la musica è sparita. Il volume che prima era più che sufficiente, è stato sommerso da quello del motore della vettura. E mi sono reso che leggere in quelle condizioni ambientali, da esercizio naturale, si è trasformato in un un impegno vero e proprio. Ho chiuso il libro, ho spento il lettore mp3 e mi sono arreso.
Ma non è forse questo che succede ogni giorno? Una serie di informazioni superflue e residuali ci assalgono senza chiedere permesso.
Cosa mi da l'urlo del vicino che rinfaccia alla moglie una moralità non eccelsa? Cosa la gioia infantile e cristallina del quattordicenne che avvia la Vespa e accelera per 20 minuti a tutto gas prima di partire? Evito come la peste la tv commerciale e mi arriva in casa l'audio di quello del piano di sotto, con la pubblicità di Mediaset a tutto volume.
E tutte queste informazioni non richieste pesano, perché sono urla strazianti che invocano attenzione, anzi la pretendono... Ricordo che a volte mi capitava di appisolarmi di fronte alla tv durante un film... per venire strappato dalle braccia di Morfeo al partire del primo jingle della pubblicità: il messaggio era "Ma cosa credi, di poter dormire e non produrre? Col cacchio, beccati questo e domattina, da bravo, vai a comprare qualcosa, vai a spendere".
Ecco, io non vorrei essere intransigente, due parole le vorrei spendere in favore del mondo, di questo aspetto modernistico del mondo... le vorrei spendere davvero... ma dall'ultimo estratto conto del Conto Tolleranza si evince che lo stesso è in rosso... profondo rosso.
* avvertenza: il presente post è stato concepito e scritto di fretta, a lavoro e, quindi, potrebbe essere soggetto a revisione :)
Riesumo dalla mia personale sacca di Doraemon (la mia verde borsa militare) Barnum di Baricco, il lettore mp3, farcito per adesso con ripieno monoautore alla Ludovico Einaudi, e mi immergo in questo micromondo prelavorativo.
Leggere Baricco ed ascoltare Einaudi è come mettersi volontariamente sotto scacco, con attacco combinato torre-regina, soprattutto per uno come me che, lungi dall'essere un intellettuale, giusto un paio d'anni fa avrebbe avuto come massima prospettiva una accoppiata Metallica - Stephen King.
Cosa difficile è, in questi casi, riuscire a settare il volume del lettore in maniera tale da metterlo in equilibrio con la lettura del libro, né prevalente né sottomesso, in modo da potersi davvero fare cullare da due forze contrapposte, ma alleate.
Assorto nella lettura... sbraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaammmmm... parte l'autobus. Non avevo mai valutato l'impatto di un rumore così repentino e invasivo. In pratica ho dovuto triplicare l'attenzione, cercando di escludere dalle informazioni che arrivavano al mio encefalo quelle legate al rumore ambientale e allo sballottolamento del mio corpo causa traiettorie ardite dell'autista.
La cosa impressionante è che la musica è sparita. Il volume che prima era più che sufficiente, è stato sommerso da quello del motore della vettura. E mi sono reso che leggere in quelle condizioni ambientali, da esercizio naturale, si è trasformato in un un impegno vero e proprio. Ho chiuso il libro, ho spento il lettore mp3 e mi sono arreso.
Ma non è forse questo che succede ogni giorno? Una serie di informazioni superflue e residuali ci assalgono senza chiedere permesso.
Cosa mi da l'urlo del vicino che rinfaccia alla moglie una moralità non eccelsa? Cosa la gioia infantile e cristallina del quattordicenne che avvia la Vespa e accelera per 20 minuti a tutto gas prima di partire? Evito come la peste la tv commerciale e mi arriva in casa l'audio di quello del piano di sotto, con la pubblicità di Mediaset a tutto volume.
E tutte queste informazioni non richieste pesano, perché sono urla strazianti che invocano attenzione, anzi la pretendono... Ricordo che a volte mi capitava di appisolarmi di fronte alla tv durante un film... per venire strappato dalle braccia di Morfeo al partire del primo jingle della pubblicità: il messaggio era "Ma cosa credi, di poter dormire e non produrre? Col cacchio, beccati questo e domattina, da bravo, vai a comprare qualcosa, vai a spendere".
Ecco, io non vorrei essere intransigente, due parole le vorrei spendere in favore del mondo, di questo aspetto modernistico del mondo... le vorrei spendere davvero... ma dall'ultimo estratto conto del Conto Tolleranza si evince che lo stesso è in rosso... profondo rosso.
* avvertenza: il presente post è stato concepito e scritto di fretta, a lavoro e, quindi, potrebbe essere soggetto a revisione :)